di Lorenzo Fazio, Direttore editoriale di ChiarelettereFinalmente c’è riuscito. Beppe Grillo è entrato nelle nostre case, nelle case di milioni di telespettatori ed è riuscito a fare un discorso politico, a parlare di politica, di questioni che ci interessano e che non sono quelle abitualmente trattate sui giornali e in tv. Persone ben pensanti a sinistra, in passato spaventati dai vaffa di Grillo, questa volta hanno ammesso: quasi quasi li voto questi grillini. Perché no? Faceva impressione sentirlo parlare in tv, la stessa tv dei Minzolini e degli altri tg e talk show dove si ripetono le stesse parole da anni e si ritrovano le stesse facce, come se il tempo non passasse mai con Berlusconi comunque al centro della scena. Sentire Grillo ha procurato un effetto di straniamento e di incredulità: ma allora si può pensare di fare politica diversamente da quelli che si vedono in tv, questa palude si può rimuovere, dipende da noi, non da Bersani o da Casini, e nemmeno da Grillo. Da dove arrivavano quelle parole così normali e nello stesso tempo così strane e nuove? Parlare di movimenti e non di partiti, di acqua, inquinamento, mobilità fa effetto, una rivoluzione. Ci voleva un comico! E così’ pure il grande raduno di Cesena con migliaia di giovani è la conferma che c’è un altro Paese che non si riconosce in questa politica e che credere in noi stessi per un’Italia più giusta, più onesta, più nostra, cioè più vicina a noi, si può. Poi Grillo tornerà a fare il comico, ma intanto una breccia è stata aperta, si vede una possibile strada da cui partire. Ciascuno proverà a fare un suo percorso. Il futuro dell’Italia dipende da noi. Woodstock, ieri, oggi, domani - da www.beppegrillo.it